"Difendere la propria terra e la propria vita è difendere il futuro nostro e di tutti. Il futuro dei giovani condannati alla precarietà a vita, degli anziani cui è negata una vecchiaia dignitosa, di tutti quelli che pensano che il bene comune non è il profitto di pochi ma una migliore qualità della vita per ciascun uomo, donna, bambino e bambina. Qui e ovunque."
Oggi voglio raccontarvi una storia.
Lo faccio un po' a modo mio,
io non son buono a scrivere,
io disegno,
scrivere non mi vien bene,
mi vengono in mente delle immagini ed allora è come avere tante frasi.
corte.
con un punto alla fine di ognuna.
come fa quell'abbelinato di baricco.
Si parte da lontano con la storia di una valle che lotta e si riprende il suo fiume
e si arriva alla stessa valle a cui vogliono fregare l'acqua
Se ne volete sapere di più andate qui
ecco la storia.
C'era una volta una valle.
C'era un imprenditore che aveva un'idea; produrre dinamite.
La fabbrica ottenne l'autorizzazione nel 1882.
C'era una volta una valle che aveva lo spazio per costruire una fabbrica e la giusta dose di miseria per garantire la manodopera all'imprenditore.
C'era una volta un fiume “rosso come il sangue raggrumato”
C'erano pomodori che sapevano di fenolo, vino che sapeva di fenolo, pesci al piombo e nebbia acida che ti bruciava i polmoni.
C'era tanta gente in quella valle, e tanti sono morti, chi in fabbrica e chi fuori..
C'erano politici che erano disposti a mettere a repentaglio il bene pubblico per il guadagno di un privato..
Una valle, migliaia di vite umane, diosolosa quanti animali e piante annientati. Per il profitto.
Poi ci fu la lotta.
Dapprima pochi contadini contro la fabbrica
Poi operai a favore della fabbrica
poi operai contro contadini
poi non erano mica solo più pochi contadini, eran tanti
e agli operai non gli son bastate le pietre per fermarli
Oggi la fabbrica è chiusa e il fiume è rinato.
Perchè si è lottato, e si è vinto...
Ma
C'è anche un ma....
C'é un'autorizzazione concessa 120 anni fa e una fabbrica chiusa da 13 anni
E c'è un fiume dove basta scavare un po' sulla riva per risentire l'odore di fenolo e compagnia bella.
Oggi.
C'è la stessa valle.
Un po' più a valle.
C'è il vino buono, i centri benessere, i resort, i B&B, i cantinieri all'ultima moda coi SUV e la piscina,
ci sono i vecchi contadini che fanno il vino vecchia scuola, i trifulau, le formagette, gli orti i campi i boschi e le vigne.
C'è l'UNESCO che dice che vuole fare di quel territorio un “patrimonio dell'umanità”
C'è l'acqua. Acqua calda, acqua fredda, acqua curativa.
E acqua buona da bere. Ce n'è tanta sottoterra che è diventata una Riserva di Interesse strategico.
Ci sono 200000 persone che la bevono e la berranno ancora i nipoti dei loro nipoti.
Forse.
Perchè c'è una ditta.
Di Parma.
Riccoboni SpA.
Che ha portato le terre della Stoppani (quella del mare fuchsia a Cogoleto) in Andalusia.
Che vuole “ripristinare paesaggisticamente” una cava dismessa.
Ci sono il Cadmio, il Mercurio, il Cromo, i solventi industriali, diosolosa cosa.
Basta che non siano tossici o radioattivi non sono pericolosi, dicono...
Poi c'è il COCIV
Che vuole bucare una montagna per farci passare un treno, veloce dicono.
Che si porterà via le sorgenti di quella montagna e il suo paesaggio.
Che tirerà fuori dalla montagna milioni di metri cubi di roccia all'amianto impastata con solventi da scavo.
Dice buttiamo tutto nella cava.
E poi
Ci sono professori che dicono che il terreno NON è impermeabile
Che dai rifiuti scende il percolato...
(in Valbormida quando sentiamo la parola "Percolato" ci si gela il sangue nelle vene)
ci sono amministratori che dicono di si
altri che dicono di no
poi quando votano votano "forse"
Ma fuori della cava c'è ancora tutta quella gente.
Quella del fiume rubato.
Quella che se l'è ripreso.
perchè non si ripetano gli errori del passato..
NO ALLA DISCARICA DI SEZZADIO
NO TERZO VALICO
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