Il dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la vostra conosenza.
Come il nocciolo del frutto deve spezzarsi affinchè il suo cuore possa esporsi al sole, così voi dovete conoscere il dolore.
E se riuscite a custodire nel cuore la meraviglia per i prodigi quotidiani della vita, il dolore non vi meraviglierebbe meno della gioia.
Accogliereste le stagioni del vostro cuore come avete sempre accolto le stagioni che passano sui campi.
E vegliereste sereni durante gli inverni del vostro dolore, ma siete voi che allevate il vostre angoscie dentro il petto.
E il dolore non è che l’amara pozione con la quale il medico che è dentro di voi guarisce il vostro male.
Quindi confidate in lui e bevete il suo rimedio in silenzio e in serenità. Poiché la sua mano, benché pesante e rude, è retta dalla tenera mano dell’Invisibile.
E la coppa che vi porge, nonostante bruci le vostre labbra, è stata fatta con la creta che il Vasaio ha bagnato di lacrime sacre.
K. Gibran
.. questo dedicato a chi, consapevolmente o meno, riesce ancora a farci male, a chi ci tira in faccia due sberle di dubbi, facendoci traballare la terra sotto i piedi e risvegliando in noi le domande più profonde...
A queste persone, che considerano "realtà" ciò che tende a essere brutale o a farci male, soltanto perchè è quello che sono abituati a vedere...
Così voglio dire grazie a loro, capaci di buttarci nello sconforto più totale, perchè dopo averci dato uno scossone e lasciato i sensi traballanti, ci regalano la possibilità di ritornare a camminare sul nostro sentiero, un pò più nuovi e sicuramente più forti di prima, con il nostro bel cuore di nuovo in equilibrio...
Come il nocciolo del frutto deve spezzarsi affinchè il suo cuore possa esporsi al sole, così voi dovete conoscere il dolore.
E se riuscite a custodire nel cuore la meraviglia per i prodigi quotidiani della vita, il dolore non vi meraviglierebbe meno della gioia.
Accogliereste le stagioni del vostro cuore come avete sempre accolto le stagioni che passano sui campi.
E vegliereste sereni durante gli inverni del vostro dolore, ma siete voi che allevate il vostre angoscie dentro il petto.
E il dolore non è che l’amara pozione con la quale il medico che è dentro di voi guarisce il vostro male.
Quindi confidate in lui e bevete il suo rimedio in silenzio e in serenità. Poiché la sua mano, benché pesante e rude, è retta dalla tenera mano dell’Invisibile.
E la coppa che vi porge, nonostante bruci le vostre labbra, è stata fatta con la creta che il Vasaio ha bagnato di lacrime sacre.
K. Gibran
.. questo dedicato a chi, consapevolmente o meno, riesce ancora a farci male, a chi ci tira in faccia due sberle di dubbi, facendoci traballare la terra sotto i piedi e risvegliando in noi le domande più profonde...
A queste persone, che considerano "realtà" ciò che tende a essere brutale o a farci male, soltanto perchè è quello che sono abituati a vedere...
Così voglio dire grazie a loro, capaci di buttarci nello sconforto più totale, perchè dopo averci dato uno scossone e lasciato i sensi traballanti, ci regalano la possibilità di ritornare a camminare sul nostro sentiero, un pò più nuovi e sicuramente più forti di prima, con il nostro bel cuore di nuovo in equilibrio...
Commenti
GRAZIEE!
jean/temphe
sai cosa..?
uno va in giro 22 anni pensando di non riuscire mai a cambiare niente di se stesso, poi si trova in una situazione delle balle, però con le persone giuste e.. puff! ecco che salta fuori quella parte "un pò meglio" che non pensava ci fosse...
GRAZIE a te...
@ temphe
..forse quello è un pò il prezzo da pagare per essere persone che sulle cose ci riflettono, che dei sentimenti non se ne sbattono (nè dei propri nè di quelli altrui)
..e poi una colla di marca buona la fanno per tutti, eh..!