I suoi dipinti nascono dalla fantasia?
Hundertwasser: Non so da dove provengano. Io sono uno spettatore. Le forme si sviluppano autonomamente. A volte determinate costruzioni o un particolare colore suscitano il mio interesse e vorrei tenerlo come punto di partenza, ma poi il lavoro si evolve in modo diverso. A volte inizio con un soggetto, poi questo sfugge al mio controllo e io non faccio niente per impedirlo.
Chi proseguirà il suo lavoro, oltre agli alberi?
Hundertwasser: Gli alberi lo continueranno, ed è sufficiente. Alberi ed uomini hanno raggiunto il culmine dei rispettivi percorsi evolutivi.
Gli alberi sono più alti dell’erba, dei cespugli, del muschio. Gli uomini sono più alti dei quadrupedi, uccelli, serpenti, vermi e microbi. Alberi e uomini hanno qualcosa in comune. Entrambi hanno una posizione eretta e costituiscono un ponte fra cielo e terra. L’albero tende la sua chioma verso il cielo, l’uomo gli si avvicina attraverso le innumerevoli cellule celebrali, attraverso lo spirito. Solo i piedi toccano il suolo. Per gli alberi la polarità Cielo-Terra è ancora più forte, perché i piedi- le radici- non si appoggiano al terreno, ma sono ancorati in profondità; l’albero tende i rami verso cielo e terra. Per questo esiste una fratellanza fra alberi e uomini: sono fratelli nel percorso evolutivo dell’universo.
Come dovrebbe essere l’arte che verrà dopo di lei?
Hundertwasser: L’arte dovrebbe essere positiva, libera, romantica, bella come un gioiello, qualcosa di cui non si possa fare a meno.
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