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Visualizzazione dei post da luglio, 2008

Sapone Lisciva

Con questo Post voglio inaugurare una serie che ci riproponiamo di riprendere di tanto in tanto tratando di consumo critico, riutilizzo e economia domestica ecosostenibile... per adesso vi rimando a questo link sito interessante di riciclo con idee simpatiche e interessanti IORICREO

Arian d'la Miseria

Domenica 6 Luglio, sono da solo, l'altra metà di questo blog è via, fa molto caldo, funghi non ce n'è più ma ho voglia di girare i boschi, parto nel pomeriggio con l'intenzione di risalire per un pezzo l'arian d'la miseria. Posteggio vicino alla vecchia casa della riserva faunistica, imbocco un sentiero nel bosco e mi fermo per uno scorcio paesaggistico. Scendendo lungo il sentiero (una comoda carrareccia in realtà, ormai abbandonata e invasa dalle stoppie) mi rendo conto che arriverò in fondo all'altezza dell'altro sentiero (quello che la gente prende per scendere al fiume) e mi viene l'idea di traversare i fiume e risalire la collina di fronte per verificare se c'è effettivamente il sentiero che va fino al ponte Erro. C'è, ne segnalo l'inizio con un ometto di pietra. Risalgo per il sentiero con frequenti digresioni nel bosco, in particolare lungo certe rive di terra rossa che al momento giusto si riveleranno ottime fungaie di cocon-ne (me n

ANCHE IO...

Stanno lì, tutti, a distanze che sembrano calcolate da un ingegnere, a vederne così tanti e tutti insieme ti sembrano dei missili di legno grigio verde, dritti come fusi, invece si avvitano, rami si dipartono dal fusto per esserne subito riassorbiti, altri hanno segni sulla corteccia come viti, sembrano usciti dalla terra tirati da un cavatappi. E stanno lì, silenziosi, quando ti addentri nel bosco, in certi punti è come entrare forestiero in un osteria di paese. Mi hanno ricordato loro, i nostri vecchi, la generazione dei miei nonni, lavoratori instancabili, degni e fieri anche solo con mille lire in tasca.. dritti nell'anima anche con la schiena spezzata dalla fatica e dagli anni. Ed è stato bello uscendo dal bosco abbracciare quel gigante, il più grosso di tutti forse, e sentire sulla sua corteccia "nè liscia nè ruvida" che eravamo andati bene, forse per questo ci ha lasciat trovare per terra quei tre semini...

OGGI HO CONOSCIUTO UN FAGGIO...

Erà lì, e c’ero anch’io… non ci siamo stretti la mano e neanche presentati, ma ci siamo visti. Così ho accarezzato la sua corteccia liscia, ma non troppo.. ruvida ma non troppo… e mentre era un sacco impegnato a dividersi e riunirsi, l’ho sentito respirare insieme al vento… Sembra un albero severo, a cui bisogna chiedere permesso, ma che se arriva un temporale, può metterti dolcemente al riparo..particolare lo è senz’altro; si divide in rami che poi puntualmente ripretende.. non saprei dire se ha un odore, o un sapore particolari, ma la sua corteccia secca si sbriciola come la crosta del pane… e le foglie verde intenso se viste da vicino, da lontano sembrano grigie come se fossero in mezzo alla nebbia.. È stato un gran bell’incontro… Adesso tre semini di faggio dormono in un vasino di terra sulla mia finestra…